martedì 18 gennaio 2011

"il grido del gabbiano" .... continua..

Buongiorno, vado avanti con la descrizione del libro "Il grido del gabbiano"...
Durante il cammino ( riprendendo il post precedente) non sono mancate le umiliazioni che l'hanno portata all'adolescenza piena di rabbia. Una forte umiliazione subita all'età di 13 anni causata da un terribike malinteso fa sì che venfa trascinata in commissariato. Lì nessuno si preoccupa di quello che vuole dire, del suo tentare di dare delle spiegazioni, dei suoi bisogni e della sua necessita di parlare con i genitori per avvertirli di ciò che sta accadendo.
Così passa la notte in carcere, fin quando il mattino dopo viene a prenderla il padre. Quell'ingiustizia subita la fa tornare nella solitudine che provava da piccola: al tempo in cui il mondo degli udenti era un mistero, caratterizzato da molteplici incomprensioni.
"Se mi avessero concesso  la possibilità di parlare secondo i miei ritmi, con la mia voce, se si fosse rispettato l'individuo che io sono, quel cumulo di malintesi, poi di ingiustizie, non si sarebbero mai prodotte"
"Si erano sbagliati su di me, mi avevano scambiata sotto sotto, per una ritardata che subisce senza capire, e mi rendevo perfettamente conto del loro comportamento sprezzante. Mi ha fatto male".
Tutto l'accaduto porta al rifiuto delle regole, dei genitori ed a trasgredire, ma sopratutto rifiuta la nuova scuola che vieta l'utilizzo del linguaggio dei segni, ancora proibito dalla legge.
Successivamente si innamorò di un ragazzo difficile e violento che la deluderà. Resasi conto che la strada intrapresa non è quella guista, decide di riprendere gli studi e di impagnarsi per il conseguimento del diploma, scoprendo la sua grande passione il teatro.
E' così che, pur non riuscendo ad udire, diventa in grado di comunicare tutta la sua arte attraverso il movimento delle mani.   

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